Siamo certi che la libertà personale, che siamo abituati a dare per scontata, sia un bene inalienabile o piuttosto non sia diventata una concessione, una moneta di scambio?
In nome del benessere collettivo fino a che punto è lecito comprimere la libertà personale? Quale è il limite oltre il quale ciò diventa un atto punitivo e disumanizzante?
CENTODICIOTTO mette lo spettatore davanti a queste difficili domande e lo fa attraverso il racconto di una storia di straordinaria disumanità, una storia sofferta, di solitudine e frustrazione, una storia vera, purtroppo totalmente ignorata dai media, una storia che discende dalla "politica di contenimento" del contagio adottata nel nostro Paese.
CENTODICIOTTO è il racconto di un'onta che non potrà mai essere cancellata, di una macchia indelebile della nostra storia repubblicana, di un precedente gravissimo che fa temere un futuro di vessazioni uguali e forse anche peggiori.
CENTODICIOTTO è il racconto del dramma di quei lavoratori che per aver sostenuto il proprio diritto di scegliere come curarsi sono stati privati dell’impiego, e che quando poi sono stati riammessi al lavoro hanno patito misure di isolamento disumane e lesive della dignità personale.
In CENTODICIOTTO ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è assolutamente voluto. Solo i nomi, il genere delle persone ed alcuni aspetti specifici sono stati modificati per rendere anonimo ed universale il racconto.
Alessandro Congeddu